Spumante & Grappa di Sambuco: scopri ora le ricette e la preparazione

L’utilizzo dei fiori e delle bacche di Sambuco, possono regalarci dei piacevoli liquori da gustare. Noi vi proponiamo, due tipi di grappa e uno spumante “casalingo”.

Ingredienti necessari per preparare lo spumante al Sambuco


• 7 litri di acqua
• 1 bicchiere di aceto bianco
• 1 limone tagliato a pezzi
• 16 grappoli di fiori di Sambuco
• 750 g zucchero

Preparazione Spumante casalingo al Sambuco


Versare in un recipiente smaltato 7 litri di acqua, 1 bicchiere di aceto bianco, 1 limone tagliato a pezzi, 16 grappoli di fiori di sambuco (eliminate gli steli) e 750 g di zucchero. Il tutto va lasciato per un giorno a macerare, mescolando di tanto in tanto. Dopodiché andrà imbottigliato come lo spumante e consumato dopo un mese di stagionatura.

Le bacche invece, oltre che produrre un rustico «vino» risultante da una debole fermentazione alcolica degli zuccheri contenuti, servono anche per aromatizzare la Grappa..

Ingredienti necessari per fare la grappa al Sambuco


• 2 manciate di bacche mature di Sambuco
• 1 litro Grappa

Preparazione Grappa al Sambuco


Mettere due manciate di bacche ben mature in un litro di Grappa a macerare per circa tre mesi. Durante le prime tre settimane il macerato deve rimanere esposto al sole ed agitato frequentemente. Terminato il periodo di macerazione può essere filtrato e poi lasciato stagionare per altri 4 mesi.

Sono due i tipi di bacche di Sambuco che si usano per la Grappa: quello nero e quello rosso.
Nero – Sambucus nigra – Impartisce un’intensa colorazione nero-violacea e un sapore prima dolce e poi aspro
Rosso – Sambucus racemosa – Impartisce un colore rosato ed un sapore che ricorda vagamente il torrone di mandorle. (meno comune in quanto tipico della zona montana)

Curiosità sul Sambuco

Il Sambuco (sambuicus) costituisce una specie botanica con una lunga storia, risalente all’antichità. Segni delle bacche di Sambuco sono stati persino scoperti in insediamenti neolitici, testimonianza della sua presenza da tempi immemorabili. L’uso di questa pianta è altrettanto antico. Sembra che le popolazioni greche fossero ben familiari con il Sambuco e, secondo Plinio, utilizzavano il legno della pianta svuotato del midollo per costruire strumenti musicali chiamati Sambyké, simili ai flauti.

Erano note anche le proprietà curative del Sambuco, attribuite da Galeno, Plinio e medici arabi. Si credeva che questa pianta avesse il potere di curare disturbi nervosi, dolori alla testa, emorragie (inclusi gli sanguinamenti dal naso) e persino ustioni cutanee. Tuttavia, il suo uso più diffuso era come sudorifero e debolmente antinevralgico nei fiori, e come leggero lassativo nei frutti.

In particolare, la tradizione popolare ha sfruttato questa proprietà per creare un estratto noto come “roob di Sambuco”, noto per le sue proprietà lassative e diuretiche, una pratica raccomandata anche da Alberto Magno nel suo celebre trattato “De Virtutibus Herbarum”.

Oggi, il Sambuco continua a essere apprezzato per le sue molteplici qualità. I fiori vengono utilizzati per preparare uno sciroppo rinfrescante, per la produzione di Sambuca e altre bevande alcoliche, nonché in erboristeria per la loro azione diaforetica. Nell’ambito culinario, vengono impiegati nella preparazione di un pane tipico chiamato “Pani cu Savucu”, marmellate e persino fritti.

Tuttavia, è fondamentale fare attenzione a non confondere il Sambuco con il Sambucus Ebulus (chiamato Ebbio per distinguerlo dal Sambuco commestibile), le cui parti della pianta sono tutte tossiche a causa della presenza di cianuro e vari alcaloidi. Le uniche eccezioni sono i fiori e le bacche mature, ma i semi al loro interno risultano tossici.

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