
Di origine antichissima, il Genepì liquore tipico del Piemonte e della Valle d’Aosta, viene tradizionalmente utilizzato come digestivo rinfrescante.
Il risultato che otterremo avrà una colorazione paglierina ed un aroma dolce-amaro.
Ingredienti necessari: • 20 g di Genipì ben seccato • 3 cucchiai di zucchero • un po’ di radice di Genziana • alcune bacche di Ginepro • 1 litro di Grappa Preparazione Grappa: |
Curiosità
Nella seconda meta del ‘700 il botanico piemontese Carlo Allioni dava un’esauriente descrizione botanica di alcune specie particolari di Artemisie nonché del loro impiego farmaceutico. Egli si riferiva in particolare a quella specie di pianta aromatica che cresce nelle alpi piemontesi che prese sin d’allora il nome di Genipì.
«Genipi nomine veniunt apud nostras alpicolas» diceva Allioni «Atque iis est quasi sacra anchora perspirationem suppressam restituendam..» ossia diceva che la pianta veniva tradizionalmente utilizzata dai montanari delle valli alpine come pianta medicinale. Oltre alle le sue proprietà digestive, corroboranti e toniche, viene considerato efficace anche sulle vie respiratorie grazie alle sue proprietà espettoranti e decongestionanti, e pertanto veniva utilizzato fin dal Medioevo per la cura di malattie da raffreddamento .
Tant’e che ancora oggi le guide alpine della Val d’Aosta e della Valtellina ricorrono all’infuso di genipi contro i disturbi da raffreddamento e il cosiddetto “mal di montagna”.
La pianta di genepì fu dichiarata protetta nel 1928 e, in virtù di ciò, sono state introdotte numerose limitazioni alla sua raccolta. Questa circostanza ha spinto diversi agricoltori a realizzare delle coltivazioni di Artemisia Mutellina. Tuttavia il liquore così realizzato risulta meno aromatico di quello che si ottiene dalle erbe spontanee. Le piante che crescono in alta montagna infatti, contengono una maggiore quantità di oli essenziali. Per ovviare a questo problema, alcuni coltivatori hanno deciso di trasferire a quote più elevate le piantagioni stesse.
È una specialità alpina veramente apprezzabile se però preparata a regola d’arte, come è in uso presso i montanari valdostani, perché in verità troppi sono i liquori messi in commercio con tale nome quando in sostanza, per la loro preparazione, si abusa un po’ troppo di coloranti e aromatizzanti che nulla hanno a che fare con il Genipì.