L’Albero della Morte

Il tasso è una tra le piante più tossiche presenti sul territorio italiano, pensare di fare una grappa con i suoi frutti sembrerebbe un’impresa quanto mai azzardata. Basta però utilizzare l’unica parte non velenosa della pianta, vale a dire l’arillo, ovvero quella polpa di colore rosso che avvolge parzialmente il seme. Operazione non semplice che richiede molta pazienza in quanto i frutti devono essere mondati perfettamente dai residui di scaglie (velenose).
Si otterrà un liquore molto denso, quasi incolore e di sapore dolce e delicato.

Ingredienti necessari: 
• 15-20 arilli
• 1 lt di Grappa

Preparazione:
Mettere due manciate di arilli maturi (di colore rosso vivo) ben curati, a macerare in 1 litro di grappa, al sole per 3 mesi. Ricordarsi di agitare il composto di tanto in tanto per amalgamare meglio. Dopodiché si dovrà filtrare, operazione alquanto difficoltosa vista la consistenza sciropposa dell’infuso, procedere con molta pazienza e avendo cura di filtrare poco liquore per volta, per evitare tra l’altro eventuali ossidazioni all’aria. Una volta finito riporlo al buio per altri 3 mesi circa.

Curiosità

Il tasso (Taxus baccata L.) è una conifera che cresce con estrema lentezza e che può raggiungere età e dimensioni incredibili, per questo veniva considerata simbolo di forza e di resistenza.
Il nome comune deriva dal greco tóxon che significa arco/freccia, e l’appellativo di “albero della morte” nasce proprio dal suo impiego nella fabbricazione di dardi velenosi e dalla sua caratteristica tossicità, oltre al fatto che veniva utilizzato nelle alberature dei cimiteri. Inoltre, le sue caratteristiche meccaniche lo rendono eccellente per fare archi e balestre (grazie all’enorme resistenza, sia alla compressione che alla trazione, e l’incredibile elasticità).

La credenza pagana vuole che quest’albero fosse detestato dal demonio a tal punto che lo si faceva crescere ai margini dei cimiteri per proteggere i defunti. Testimonianze di Teofasto e Galeno parlano di tremendi episodi di avvelenamento e persino di casi di morte in cavalli che se ne erano cibati. Discoride poi descrisse i sintomi di ‘freddo’ e la morte per asfissia di soggetti che ne avevano mangiato le bacche.
Il fumo stesso del suo legno bruciato, a detta di Plinio, sembrava dovesse provocare temibili intossicazioni tanto che veniva usato per la disinfezione dai topi.
La convinzione della micidiale velenosità della pianta era tale che si arrivò al punto di buttare tutto il vino che era stato invecchiato in botti costruite con legno di tasso.

Una parte di verità in tutto questo è fondata, dal momento che tutte le parti della pianta sono tossiche ad eccezione dell’arillo. Il loro grado di tossicità varia a seconda della stagione, del sesso della pianta e dalla sua età.
Diversi sono i principi attivi in esso contenuti: ad esempio la tassina con potente azione cardiotossica, l’olio di tasso che è fortemente irritante, o anche l’efedrina che accelera alcuni processi cognitivi con meccanismi similari a quelli dalla caffeina (un abuso può portare ad irrequietezza, nervosismo, allucinazioni, insonnia, psicosi e aumento della pressione sanguigna)..

Product added to wishlist
Product added to compare.