Grappa Angelica

La grappa di angelica è indicata sia come digestivo che aperitivo; da un lato ha un’azione tonica, calmante e antinfiammatoria, dall’altro è apprezzata come stimolante dell’appetito per il sapore gradevole e l’aroma piuttosto tenue.

Può essere preparata sia tramite l’infusione delle foglie che della radice, noi vedremo il procedimento con quest’ultima.

Ingredienti necessari :
• 100-150 g di radice di angelica *
• 7 bacche di ginepro
• noce moscata
• 150 g di zucchero
• 350 ml di acqua
• 1 lt di grappa

Preparazione:
* la radice deve essere raccolta in primavera (periodo in cui è più ricca di sostanze aromatiche e medicamentose)
Una volta fatta essiccare, va tagliata a pezzi e messa insieme a qualche bacca di ginepro ad un pizzico di noce moscata, a macerare nella grappa per un mese, al buio, agitando il barattolo di tanto in tanto.
Trascorso il tempo della macerazione andrà filtrata e si aggiungerà lo sciroppo di zucchero.
Lo sciroppo va fatto mettendo 350 ml di acqua fredda e 150 grammi di zucchero in un pentolino. A fuoco basso mescoleremo finché lo zucchero non si sarà sciolto ed il composto non sarà diventato più denso dell’acqua, sempre mantenendo la trasparenza (non deve prendere la colorazione del caramello).
Una volta fatto si lascerà raffreddare e si aggiungerà poi la grappa aromatizzata.
Dopodiché si lascerà stagionare per almeno 2 mesi prima di degustarlo. 

Curiosità

Augustus Quirinus Rivinus, noto anche come August Bachmann, medico a Lipsia nel secolo XVII, volle con il nome Angelica immortalare una pianta che, secondo lui, l’arcangelo Gabriele aveva fatto conoscere all’umanità.
Non a caso tutte le specie di Angelica vennero considerate piante medicamentose dalle miracolose e magiche virtù. Si pensava che essa agisse contro ogni veleno, debellasse la peste e fosse inoltre in grado di prolungare la vita dell’uomo. «Dissolve il sangue appreso» diceva Durante, «libera dai morsi dei cani rabbiosi e parimente delle serpi» affermava Mattioli. Mentre Linneo si limitava a conservarne il nome attribuendo più che altro le celebri proprietà medicamentose alla varietà Arcangelica, forse in virtù del fatto che quest’ultima emana un profumo delicato e piacevole.
Fu per questa ragione che la specie Arcangelica fu molto più studiata dal punto di vista farmacologico della congenere Sylvestris per altro più comune; sembra comunque che le due piante abbiano delle proprietà pressoché analoghe.

Al di la di tutte le leggende raccontate intorno ai miracoli dell’Angelica possiamo sicuramente dire che essa gode di un’ottima considerazione sotto l’aspetto medicinale proprio in virtù del suo olio essenziale, che fa della pianta un buon tonico, digestivo, antispasmodico, calmante, carminativo, espettorante ed antinfiammatorio.

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