L’amaro del Fomes

La sensazione che si prova gustando una grappa di  Fungo di Larice (anche conosciuto come Fomes Officinalis) è un sapore inizialmente amabile che si tramuta quasi subito in un amaro aspro ed energico.

Pochi pezzi di polpa bastano per impartire alla grappa un forte gusto amaro; una polpa spugnosa e stopposa che si sgretola come la farina e che di questa ne richiama vagamente l’odore. Lo stesso odore lo ritroveremo anche nella grappa, ne valorizzerà il sapore ed anche il colore prima spento e poi grigio-perla, tendente al giallo.

Ingredienti necessari: 
• fungo di larice
• 1 lt di Grappa

Preparazione:
Mettere a macerare per almeno 4 mesi, un pezzo di fungo del larice in 1 litro di grappa. Dopo di ché lasciarlo stagionare per altri 4 mesi.
Infine filtrarlo accuratamente per eliminare i residui di fungo.

Curiosità

Camminando in montagna ad alte quote capita spesso di vedere degli alberi stecchiti che sono stati il più delle volte colpiti da fulmini. Se uno di questi alberi ammalati o addirittura morti e un larice può essere che sul suo tronco cresca una protuberanza a mensola dura e tenace vanamente somigliante ad uno zoccolo. Si tratta di un fungo costituito da tuberi disposti in più strati che si rinnovano ogni anno e che si dispongono verticalmente in modo da consentire la caduta delle spore. Il suo nome è Fomes Officinalis, volgarmente conosciuto anche come Agarico del Larice.

“Agaricus medicorum” veniva infatti definito in antichità per indicare le sue note virtù terapeutiche: «e convenevole a tuffi i mali delle interiora», diceva Dioscoride, e vale «contra serpentis morsus» affermava Plinio, mentre l’Erbario volgare di Venezia del 1522 lo raccomandava contro i dolori del bacino e della «matrice».

In realtà questi impieghi terapeutici non erano soltanto frutto di pura fantasia perché già all’inizio del nostro secolo, quando fu scoperto l’acido agaricico, vennero confermate proprietà spasmolitiche paragonabili a quelle dell’atropina.
Non commestibile. Viene utilizzato tutt’ora nella preparazione di medicinali e amari a base di erbe.
Un tempo molto ricercato, l’uso terapeutico di questo fungo non ebbe larga applicazione data la sua rarità e di conseguenza il costo alquanto elevato ma fece la fortuna di parecchi liquori che basavano il loro gusto amaro proprio sui principi attivi molto energici di questo fungo.
L’amaro del Fomes è in realtà noto da sempre; «initio gustus dalciso, diceva anche Plinio, «mox in amaritudem transit».

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